Wilson Colin - LA PIETRA FILOSOFALE (Specie immortale) by Urania Collezione 0152

Wilson Colin - LA PIETRA FILOSOFALE (Specie immortale) by Urania Collezione 0152

autore:Urania Collezione 0152 [Urania Collezione 0152]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


E le scogliere e il mare continuavano a essere.

Flagellati da un turbine ruotante, senza posa.

Il risultato si manifestò come se tutta la casa stesse danzando al suono di una musica tremenda. Con la coda dell'occhio notai che Gwyneth si era svegliala e che si stava guardando attorno stupita. Allora feci in modo che i rumori si attenuassero, lino a smorzarsi in un lungo e calmo sciabordìo, come un ansito di mare senza risacca. A poco a poco si mitigò lino a morire, lontano, del tutto. Gwyneth continuava a fissarmi, "sapeva" che tutto eia dovuto a me. Nessun altro lo capì. Mudd disse: - Bene, bene, bene… - Dingwall aveva smesso di scrivere, sinceramente stupito.

Nessuno parlò, per diversi minuti. Poi io dissi: - Credo proprio che sia tutto, per questa notte".

Ne avevo abbastanza di quella gente negativa: mi urtava i nervi. Dieci minuti dopo ero già in macchina con Dingwall, sulla strada del ritorno, verso il centro di Londra. La nostra intenzione era stata quella di fermarsi fino al mattino, ma non ce n'era più motivo. Dingwall continuò a chiacchierare, eccitato, per lutto il tragitto, e devo ammettere che qualcuna delle sue congetture era molto vicina alla verità. L'istinto lo portava a intuire che il poltergeist era l'espressione di energie psichiche negative. Naturalmente era disorientalo dall'aspetto ritmico dei rumori. Deliberatamente lasciai cadere l'argomento, badando a non fare allusioni che potessero illuminarlo, ma gli suggerii di indagare sulla possibilità che il vicariato fosse la casa del delitto. E aggiunsi che l'assassinio non aveva alcuna diretta connessione con i fenomeni di poltergeist. Non si trattava di un fantasma del passato, ma di forze negative del presente.

L"'infestazione" del vicariato cessò da quella notte. Me lo aspettavo. I fenomeni, come ho detto, erano di natura negativamente criminale, il prodotto di una libertà senza fini precisi, come la delinquenza giovanile, di una completa assenza di forze disciplinatrici. Il mio intervento aveva rivelato l'esistenza di altre forze, e per giunta positive. Il poltergeist era rientrato nel suo guscio.

Riporto tutto ciò, non perché lo ritenga realmente interessante, ma perché non sfruttai le opportunità che mi offriva. Avrei dovuto ri flettere sulla questione. In quale "strato" della mente hanno origine le energie poltergeist? Ma gli avvenimenti incalzavano a un ritmo tale che avevo altro da pensare. D'altronde, ero certo che la faccenda, presto o tardi, si sarebbe risolta da sola.

In ogni caso, l'episodio del poltergeist riportò le mie energie alla questione della visione tempo. E il giorno dopo al Museo Vittoria e Alberto, mi resi conto che quelle facoltà continuavano a svilupparsi. Stavo osservando una stampa che riproduceva la presentazione di Goethe e Wieland a Napoleone I. Mi concentrai su Goethe, perché fra tutti i grandi scrittori era quello che mi era sempre stato più difficile da visualizzare fisicamente. E proprio all'improvviso e spontaneamente, senza alcuno sforzo cosciente, i contorni dell'illustrazione diventarono realtà. La sedia di Napoleone aveva lo schienale appoggiato a una grande colonna, oltre la quale mi pareva di intrawedere alcune sagome indistinte. Senza fissare l'attenzione direttamente su di esse, ebbi la vaga impressione che ci fosse un quadro appeso alla parete.



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